Ercolano

Ercolano (fino al 1969 Resìna) è un comune italiano di 54.921 abitanti della provincia di Napoli in Campania; è la quattordicesima città più popolosa della Campania.
Città famosa per le sue origini leggendarie e per i suoi scavi archeologici, che, con quelli di Pompei e Oplontis, dal 1997 fanno parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
La leggenda narra che Ercole, tornato dall'uccisione del mostro Gerione (la decima delle sue dodici fatiche), si fosse fermato a Roma, dove chiese alla dea Fauna di dissetarlo, ma questa rifiutò, poiché la sua acqua sacra era riservata alle sole donne. In preda alla rabbia, Ercole si costruì un tempio in onore di sé stesso, e vietò alle donne di partecipare alle sue cerimonie.
Intanto, un figlio di Vulcano, il demone Caco, rubò una parte della mandria di buoi che Ercole aveva a sua volta preso al mostro Gerione, e che erano destinati alla città di Argo. L'eroe si adirò molto e si mise alla ricerca dei buoi, che però si rivelò molto ardua perché il demone Caco aveva portato le bestie nella sua grotta sul Vesuvio, trascinandole per la coda, in modo che le orme rovesciate indicassero la direzione opposta.
Proprio quando stava per rinunciare, uno dei bovini rispose al richiamo di Ercole, che così scoprì dove si fosse nascosto il ladro: una volta raggiunto, scoprì che i suoni provenivano da una caverna sul Vesuvio, che era stata però chiusa dall'interno con un enorme masso. Ercole allora prese una rupe appuntita e riuscì ad aprirsi un varco all'interno della spelonca.
Caco cercò di difendersi vomitando dalle fauci un'immensa nuvola di fumo che avvolse la grotta, ma Ercole balzò attraverso il fumo, afferrò Caco e lo strinse tanto da fargli uscire gli occhi dalle orbite, uccidendolo.
Poi, recuperato il bestiame, decise di tornare ad Argo, e continuare le ultime due fatiche rimaste, ma prima volle edificare una città nel luogo dove aveva costruito il tempio; fondò così una cittadina e le diede il suo nome: Herculaneum.
In tempi antichi Ercolano era una piccola città italica con piano regolatore di tipo ippodameo (dal nome di Ippòdamo di Mileto, urbanista greco del VI secolo a.C.), cioè con strade che si incrociano ad angolo retto, sul modello forse di quello di Neapolis. Subì, come Pompei, l'influenza culturale ellenistica. Situata ai piedi del Vesuvio, distava appena quattro miglia da Neapolis.
Circa le sue origini, poco note, Dionigi d'Alicarnasso la voleva fondata da Eracle e, quindi, al di là d'ogni implicazione leggendaria, la riteneva d'origine greca, mentre Strabone – poco attendibilmente[senza fonte] – la riteneva una città osca in seguito conquistata dagli Etruschi e dai Pelasgi e quindi dai Sanniti, prima di diventare cittadina romana.
Oggi non si crede più, come per Pompei, che la città abbia avuto origine greca, anche se non è da escludere un primitivo insediamento nell'ambito della difesa costiera del golfo di Napoli sotto il controllo dei greci di Cuma. Dagli scavi stratigrafici appare come una città italica che non può risalire a prima del IV secolo a.C. È incerto se Ercolano abbia avuto un ruolo nella seconda guerra sannitica; sappiamo, invece, che partecipò alla guerra sociale, ma che fu vinta ed espugnata nell'89 a.C. da un legato di SillaTito Didio, divenendo municipio sotto il potere di Roma.
La vita della città continuò fino alla prima età imperiale senza avvenimenti di rilievo. Ercolano rimase un piccolo centro di provincia, favorito da un clima e da un paesaggio incantevoli. Fu luogo preferito di romani colti e benestanti - non tanto in città ma particolarmente nella suburbana Villa dei papiri - e protetto da potenti uomini politici vicini alla famiglia imperiale. Ebbe particolare protezione da Marco Nonio Balboproconsole di Vespasiano per la provincia romana che comprendeva Creta e la Cirenaica.
Oggi una delle risorse di questa città è il mercato di Pugliano, detto anche mercato delle "pulci", noto per la vendita di abiti ed oggetti riciclati. Il mercato prende il suo nome dalla zona in cui è situato, appunto, la zona di Pugliano.
Già gravemente danneggiata dal terremoto del 62,la città venne poi distrutta dall'eruzione del Vesuvio nel 79, che la coprì con un'ingente massa di fango, cenere ed altri materiali eruttivi trascinati dall'acqua piovana che, penetrando in ogni apertura, si solidificò in uno strato compatto e duro di 15-20 metri.
L'eruzione del Vesuvio si articolò in due fasi: la prima fu della durata complessiva di 12 ore, con caduta di pomici bianche e grigie; la seconda della durata di sette ore costituita dall'alternarsi di nubi ardenti e di colate piroclastiche. E fu quest' ultima che colpì principalmente Ercolano, seppellendola sotto una coltre di oltre 20 metri.
A seguito di analisi termogravimetriche si è sostenuto che la temperatura fosse di circa 300-320 °C. Questa temperatura avrebbe permesso la conservazione dei papiri, ritrovati nella villa conosciuta come Villa dei Pisoni, che si sono conservati in condizioni più o meno buone a seguito di un processo di carbonizzazione. Se ciò fosse vero non si capirebbe come in alcuni edifici, ad esempio nelle Terme suburbane,il legno si conserva nel colore naturale: una porta gira ancora sui cardini originali. Si può supporre che un'elevata temperatura abbia coinvolto solo alcune zone della città.







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